Cantaluna- La grotta in fondo al mare

Cantaluna, la donna dai capelli d’argento e dalle profonde rughe sul volto; veste un lungo abito color rubino decorato da una cintura di filo bianco intrecciata in vita. Nella mano destra stringe un bastone incastonato con campanelli d’argento che tintinnano ad ogni suo passo.

Si narra che si palesi in quegli attimi di incanto tra la veglia e il sonno e che la sua voce echeggi nel grembo delle donne che stanno per affrontare una trasformazione.

Alcune ne percepiscono la presenza, altre ne distinguono la voce, solo pochissime sono in grado di vederla.

Cantaluna, non chiede nulla in cambio delle sue sagge parole e scompare non appena le ha pronunciate.

Questa è una storia narrata da Cantaluna ad una donna che desiderava riscoprire la sua forza creatrice

La grotta in fondo al mare

C’era una volta una giovane donna che amava passeggiare in riva al mare.

Ogni sera, prima di ritornare a casa, si tratteneva lungo il bagnasciuga per alcuni lunghi minuti. Il suono ritmico delle onde del mare le permetteva di allontanare tutte le fatiche, tutti i pensieri, le emozioni; c’era solo lei. Ed era abbastanza.

Un giorno, mentre si attardava in riva al mare, con i piedi bagnati ritmicamente dalle onde, osservò le sue mani e tra i palmi intravide una fioca luce bianca. Poco alla volta la luce crebbe fino a diventare una sfera.

La donna percepì allora una spinta fortissima. Si tolse i vestiti e si gettò in acqua.

La sfera, come una guida, illuminava il cammino e la donna con fiducia la seguiva sempre più giù nelle profondità del mare.

Non pensava all’aria che sembrava scoppiare nei polmoni, al buio che l’attanagliava sempre più, continuava a nuotare.

Fu allora che le apparve davanti una splendida grotta sotterranea. La sfera luminosa guidò la donna all’interno della grotta e lì si fermò. La donna ora poteva respirare, non c’era più acqua, non c’era più buio solo una luminescenza argentata che incantava lo sguardo.

Al centro della grotta vi era una pietra circolare. La donna si sedette e notò che, alzando lo sguardo poteva vedere la luce lunare filtrare nella grotta.  

Chiuse gli occhi e ascoltò. Per la prima volta ascoltò il battito del suo cuore, il suono del suo respiro, ascoltò il suo grembo, riuscì a silenziare i pensieri della giornata e quando fu pienamente dentro di sè senti la sua vera voce:

“Liberami da questa gabbia che mi hai costruito attorno! Torna a danzare con me!”

Come uno scrigno che si dischiude così la forza creatrice della donna divampò in lei manifestandosi attraverso simboli, suoni, colori, forme, danze, ecc.. Quando si placò, la donna aprì nuovamente gli occhi, ringraziò e abbandonò la grotta risalendo in superficie.

Uscì dall’acqua colma di gratitudine. Si voltò e ringraziò quel buio che aveva attraversato perché senza quel viaggio non avrebbe mai trovato la forza di rinascere di nuovo.


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